L’attenzione della nostra società occidentale è rivolta ormai sempre più verso l’esterno e, conseguentemente, gli individui guardano sempre più al di fuori di se stessi nel tentativo di trovare approvazione, misurare i traguardi raggiunti, cercando all’esterno quello che in realtà si può trovare soltanto dentro. Per avere successo è essenziale lavorare anzitutto sulla parte interna di sé, sulla propria salute psicologica; prendersi cura di quest’ultima implica accettare la responsabilità dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti e delle nostre azioni, indipendentemente dalle difficoltà che incontriamo. Tutto ciò richiede tempo e fatica, ma più si lavorerà “all’interno”, più i risultati saranno visibili anche all’esterno. Quando si parla di lavorare sulla propria crescita personale si fa riferimento ad una vera e propria disciplina che ha l’obiettivo di generare un viaggio con se stessi che aiuti l’individuo in svariate misure come a sentirsi meglio, più felice e realizzato, a raggiungere i propri obiettivi, superare blocchi o mancanze, migliorare la propria forma fisica e psicologica e così via. Adesso che la si voglia chiamare “crescita personale” o “sviluppo personale” o ancora, “auto-aiuto”, lo scopo è migliorare se stessi di conseguenza la propria vita. Purtroppo ancora oggi la disciplina della psicoterapia e della psicologia sono circondate da stigmi difficili da scalfire, intorno alle quali regnano disinformazione, falsi miti, credenze, fascino e mistero che finiscono per creare veri e propri pregiudizi che danneggiano sia gli psicologi che i pazienti. Ne sono un esempio:
- Chi va dallo psicologo è matto. Questo pregiudizio si fonda sull’idea che lo psicologo serve solo in casi di malattia mentale, di gravi problematicità o per manifestazione di debolezza, fragilità.
- Perché pagare uno psicologo se posso parlare con un amico? Avere intorno delle amicizie o dei familiari di cui fidarsi e con cui poter condividere confidenze o momenti di difficoltà è estremamente utile e di supporto per la vita di chiunque di noi. Aprirsi con un amico infatti può aiutarci a chiarire dubbi, placare malesseri e farci sentire meglio. Tuttavia lo psicologo non è un amico. Uno psicologo non da consigli come farebbe un amico, non da un modello morale o ideologico a cui fare riferimento durante il suo lavoro.
- La psicoterapia dura troppo. La durata di una terapia solitamente varia da persona a persona e da situazione a situazione.
- La psicoterapia costa troppo. Sicuramente rivolgersi ad uno psicologo richiede un investimento economico, ma si sta investendo sulla propria salute. La maggior parte degli psicologi, inoltre, sa che una terapia presuppone un costo importante e, per questo, cerca di scaglionare le sedute in modo tale da non creare troppi problemi.
Non è facile essere sufficientemente consapevoli della propria salute psicologica perché siamo influenzati dall’idea che per essere in salute basti essere “in forma” dal punto di vista fisico e ci si prende cura del proprio benessere mentale solo quando ci si rende conto che qualcosa non va. È invece doveroso imparare a rafforzare le proprie risorse psichiche personali prima che si possano presentare periodi critici adottando una serie di abitudini quotidiane che possono contribuire al mantenimento e/o al miglioramento del proprio benessere psicologico ovvero: “Basta trovare scuse per evitare di prendersi cura di se stessi”, “Imparare ad essere presenti a se stessi, alle cose, a ciò che si sta vivendo”, “Analizzare i propri punti deboli e le proprie debolezze”, “Accettare di avere “momenti no” e di non potercela fare da solo”.
Redatto dalle Dott.sse Apuzzo Claudia, Basilicata Francesca e Caccavale Claudia